Il fanatismo religioso pare sia la causa maggiore dell'uccisione di gay e lesbiche che spesso vengono prima torturati e poi uccisi. A farlo sono anche le famiglie della vittima: "Il castigo islamico per i gay è l'essere bruciati o ogni altra forma di messa a morte", dicono per giustificare una tragedia. La polizia non può o non vuole fare molto per fermare le mani assassine, intervenendo solamente per disotterrare i cadaveri spesso fatti trovare nella grande discarica di rifiuti di Al Shaab. Ad essere colpiti e presi di mira dai miliziani religiosi, anche gli attivisti gay che aiutano i giovani gay e lesbiche a proteggersi da morte sicura o i medici che si prendono cura di loro. Uno di loro che intende rimanere nell'anominato, ha dichiarato nei mesi scorsi alla stampa di essere stato minacciato e per molti la via di fuga è il Libano per non far la fine di chi proteggono e curano: "Uccidono gay e lesbiche dopo averli catturati, ma solo dopo che sono stati anche torturati".
Ora il Governo americano ha deciso di fare la voce grossa contro questo massacro e di investire della questione i governanti iracheni. Ian Kelly non ha voluto neppure commentare le recenti dichiarazioni del leader sciita Moqtada al-Sadr che ha aperto la caccia a gay e lesbiche: le violenze contro gay e lesbiche in Iraq devono cessare!
A muoversi in questo senso anche l'organizzazione mondiale per la difesa dei diritti umani Amnesty International che ha inviato una lettera al primo ministro iracheno, Nuri al-Maliki per esortare tutto il governo a proteggere la vita degli omosessuali. Seguiremo con attenzione l'evolversi della questione, sperando che si fermi questo massacro, grazie anche ai governi, come quello Usa, che ha deciso di intervenire.
Fonte: Queer Blog
che sia davvero fermata questa nefandezza!!!!!
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