L'Alta Corte di Nuova Delhi ha stabilito che i rapporti sessuali tra adulti consenzienti dello stesso sesso non devono più essere ritenuti un reato in India. La giustizia indiana elimina così una legislazione ereditata dal colonizzatore britannico che vietava l'omosessualità in quanto ''contro natura''. L'articolo 377 del Codice Penale indiano, che punisce i rapporti omosessuali tra adulti consenzienti, costituisce una ''violazione dei diritti fondamentali'' della Costituzione Indiana, si legge nella sentenze dell'Alta Corte, citata dall'agenzia ufficiale Press Trust of India. Anche se la sentenza non ha portata giurisprudenziale per l'intero Paese, i giudici hanno spiegato che l'articolo 377 del codice penale non dovrà più essere applicato nell'insieme dell'India in caso di rapporti omosessuali tra ''adulti consenzienti in ambito privato'', ha spiegato all AFP Tripti Tandon, avvocato di un'associazione di difesa dei diritti degli omosessuali. La legge punisce con dieci anni di reclusione l'omosessualità e in particolare la sodomia, anche se la legislazione è applicata molto raramente. ''Per il momento, la sentenza si applica solo alla giurisdizione di Nuova Delhi, ma la sua applicazione è enorme e servirà da riferimento ai quattro angoli del Paese'', ha assicurato l'attivsta Gautam Bhan.
Fonte: asca
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la cosa assurda è che il parlamento non abbia voluto abrogarla pochi mesi fa. eppure è una legge inglese, che nulla ha a che spartire con molte tradizioni indiane. cose strane.
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