giovedì 11 giugno 2009

VLADIMIR LUXURIA: A GENOVA UN PRIDE CONTRO IL GOVERNO

La bandiera del Pride, issata da Vladimir Luxuria, garrisce sulle torri di Porta Soprana. "Il vento che spira è euroscettico, di disaffezione, di grandi conferme per le estreme destre. Bisogna andare controvento e questo Pride ci andrà" dice lei, ex parlamentare del PRC e icona tv dopo la vittoria all'Isola dei Famosi, sbarcando al Porto Antico dal gozzo cornigiotto - uno degli ultimi tre rimasti a Genova - condotto con maestria dal signor Felice che ne è il proprietario, e appena prima di percorrere in carrozza (una "vittoria" del 1834, con vetturino in bombetta nera) le vie del centro sino alla casa di Colombo. Provocazione cercata ad ogni costo, ma così dev'essere, chiariscono Luxuria, madrina del Pride, e i promotori dell'evento genovese, in primis i due portavoce Alberto Villa e Lilia Mulas che hanno simbolicamente ricevuto la bandiera. Un Pride quindi molto politico, specialmente dopo il voto dei giorni scorsi e la sterzata dell'Europa a destra, spiega Luxuria. "Non solo penso che in Italia, in questo periodo, con questo governo, non verrà fatto nulla per quanto riguarda i nostri diritti e unioni civili, ma anche per quello che riguarda il Parlamento europeo mancheranno quei moniti, quelle direttive che ogni tanto arrivavano per ricordare che chi non legifera in Unione Europea sui diritti civili è un Paese che discrimina, è un Paese omofobo". Il mondo gay però non rinuncia a farsi sentire: "Credo che questo popolo di sbandati che non sono di destra e che hanno ancora difficoltà a riconoscersi in un partito, prima o poi troverà un punto di riferimento - ha proseguito Luxuria - Di sicuro la manifestazione del Pride darà una voce a tutti coloro che non si riconoscono in questo governo, nelle politiche di Berlusconi, nel razzismo della Lega, in un ministero delle Pari opportunità che per la prima volta dalla sua istituzione non si cura affatto di noi".
E perché non essere lei a fondare un movimento, visto che l'esperienza politica non le manca, che potrebbe fare da catalizzatore? "In questo periodo ho la porta socchiusa nei confronti della politica istituzionale. Manca un punto di riferimento, una figura nella quale la gente si possa riconoscere, cambiano i nomi. I partiti si disgregano. Non penserei di entrare in politica in una situazione del genere - ribatte - Io catalizzatore? Non mi sopravvaluto a questi livelli. Un conto è la simpatia che suscito, un altro conto è un progetto politico". E allora, via libera al Pride, non casualmente a Genova. Perchè una città come questa, un grande porto, "può insegnare che la grandezza nasce dal confronto con le contaminazioni e le diverse culture. Io credo che sia pronta ad accogliere un Pride, anche se vedo che ci sonos atte molte polemiche... anche sull´uso della Lanterna come simbolo". Troppo di richiamo fallico, sorride Luxuria, qualcuno se n'è sentito offeso. E invece? "Non c'é alcun intento offensivo. Penso che sia un grande omaggio per Genova, che guarda lontano come le lanterne e non ha paraocchi. la verità è che si cercano comunque dei pretesti per darci contro".

Fonte: La Repubblica - Genova

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