martedì 12 maggio 2009

TORINO PRIDE 2009 - ITALIA vs EUROPA

Il Coordinamento Torino Pride sceglie quest'anno di celebrare il Pride regionale a Torino il 16 maggio 2009. Anticipiamo così di un mese la festa regionale dell'orgoglio lesbico, gay, bisessuale, transessuale etransgender perchè possa coincidere con la Giornata Mondiale contro l'Omofobia, richiamando anche quella contro la Transfobia. E perché si possa porre all’attenzione della nostra società, prima dell'appuntamento elettorale per il nuovo parlamento europeo, il grande divario che c'è su questi temi tra l'Italia e l'Europa.
L'
omofobia e la transfobia sono un problema di tutti e di tutte, non solo delle personi gay lesbiche e transessuali. L'omofobia e la transfobia, come il sessismo, come il razzismo, sono attentati alla convivenza civile, muovono da pregiudizi radicati e da profonda ignoranza. Attraversano differenti ambiti delle rappresentazioni umane, sono trasversali, si annidano all'interno delle religioni così come delle culture laiche. L'omofobia e la transfobia non sono fatte solo di atti violenti, del singolo o del branco (in Italia nel solo 2008 ci sono stati 9 omicidi, 45 aggressioni e numerosi atti vandalici e di bullismo basati su omofobia e transfobia) L'omofobia e la transfobia sono anche nel linguaggio, nelleparole e nelle immagini, nella strumentalizzazione dell'immagine e dellestorie personali.
L'omofobia è un reato contro l'umanità. Il 7 giugno si vota per il rinnovo del Parlamento europeo (e di molteamministrazioni locali). Noi tutte/i guardiamo con grande speranza a queste elezioni, ed anche con molta preoccupazione. L'Europa pare essere l’ultima e l’unica Istituzione per chi in Italia abbia a cuore i temi dei diritti edella non discriminazione. Per i gay, le lesbiche e le persone transessuali, come per le persone migranti, le donne, i lavoratori e le lavoratrici. Celebriamo il Pride a maggio anche perchè si gridi alla vergogna in cui versa l'Italia, uno dei pochissimi paesi europei che non abbia legiferato a favore del riconoscimento dei diritti civili di cui devono poter godere le persone che vivono in coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali. Un Paese ostaggio della gerarchia vaticana che ancora ieri ha riconfermatodi essere in linea con tutti i paesi fondamentalisti (islamisti e no) cheall'ONU bloccano ogni iniziativa volta a depenalizzare l'omosessualità.

La Regione Piemonte rappresenta emblematicamente il blocco in cui il paese sitrova: da anni giace in Consiglio regionale un disegno di legge della Giunta che intende adeguare la normativa e le attività dell’Ente al principio di non discriminazione chiaramente sancito dal Trattato dell'Unione. Principio che sancisce il diritto di tutti/e a non subire discriminazioni dirette o indirette sulla base della propria identità di genere (uomo o donna), disabilità, età, religione e credo personale, etnia e orientamento sessuale. Il Consiglio non discute la proposta (non certo paragonabile aquelle approvate da altri paesi europei ma pur sempre un passo avanti) perché la stessa maggioranza è bloccata da chi non intende riconoscere pieni diritti alle persone lesbiche e gay. Attendiamo anche che il Consiglio comunale si esprima (speriamo accogliendola) sulla proposta di deliberazione comunale sostenuta anche dal coordinamento, in merito al riconoscimento delle unioni civili.
Le leggi non bastano né in Italia né in Europa. Contro la tragedia della sottocultura omofobica, transfobica, sessista, razzista, occorre un profondo impegno culturale, occorre conoscenza, occorrono battaglie per la laicità anche quando la legge dovesse davvero garantire i diritti e perseguire gli oppressori. Bisogna moltiplicare le iniziative (nelle scuole, nei luoghi di lavoro) perché si conosca la realtà delle persone gay, lesbiche e transessuali, al di là dei pregiudizi e delle manipolazioni televisive.
Di nuovo in piazza, tutti e tutte insieme. Una manifestazione definita in un percorso preciso e nel suo obiettivo, che sarà quello di segnalare alle Istituzioni piemontesi che la questione delle pari opportunità per le persone omosessuali e transessuali nel nostro paese è tutt’altro che risolta. Un confronto con i candidati alle prossime elezioni europee. Un confronto con le realtà che in Europa sono esempio di creativo attivismo per la piena cittadinanza di tutti e di tutte.


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