Mera propaganda che poco ha a che fare con i diritti umani. E' questo il giudizio che Avvenire riserva alla relazione presentata al Parlamento Europeo il 5 dicembre scorso dall'eurodeputato di Rifondazione Comunista Giusto Catania - a nome della Commissione Per Le Libertà Civili, la giustizia e gli affari interni di cui è vicepresidente - e approvata il 14 gennaio. Le relazione - che ha ricevuto 401 voti favorevoli, 220 contrari e 67 astensioni - fa il punto sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione Europea e tenta un bilancio degli ultimi 5 anni, a pochi mesi dalla scadenza del mandato (il 6 e 7 giugno infatti i cittadini europei sono chiamati al voto per il rinnovo del Parlamento). Il documento, di ampio respiro, richiama quindi gli Stati membri ad una serie di responsabilità - in particolare ad agire contro gli incitamenti razzisti e omofobici e le discriminazioni a danno di rom e coppie omosessuali, oltre che ad operare affinché siano eliminate le cause di squilibrio sociale tra donne e uomini - deplorando che i Paesi dell'Unione "continuino a sottrarsi a un controllo comunitario delle proprie politiche e pratiche in materia di diritti dell’uomo e cerchino di limitare la protezione di tali diritti ad un quadro puramente interno".
Di tutt'altro avviso Davide Rondoni che, in un editoriale del quotidiano della Cei (15/1) dal titolo "L’Europa deve smetterla di comandare in campo etico", condanna il documento in quanto, a suo avviso, mina "la credibilità dell’Assemblea di Strasburgo" legiferando su questioni "su cui gli Stati membri hanno il dovere e la libertà di farlo, sulla base delle decisioni maturate democraticamente al loro interno". La condanna di Rondoni investe anche i contenuti della relazione. Il documento, sostiene infatti l'editorialista, prende in considerazione una serie di problemi e ne esclude altri: "Sorprende ad esempio, l'assillante attenzione diffusa ai diritti delle coppie omosessuali e la fuggevolezza del riferimento al drammatico e ben più imponente fenomeno della tratta delle schiave del sesso che appesta l'Europa. Ma, appunto, - è la valutazione di Rondoni - è il rischio di documenti di indirizzo che esprimono posizioni ideologiche più che problemi reali". "Mettere in un mucchio generico solo alcuni temi che interessano per motivi che con i ‘diritti umani’ c’entrano fino a un certo punto - continua l'editorialista di Avvenire - è un’operazione non solo scorretta ma infine lesiva della nobiltà e della serietà del problema dei diritti". Sollevato dal fatto che il documento - frutto di "un'alzata di voce e di mano organizzata da qualche lobby" - non abbia valore vincolante, Rondoni sottolinea comunque che "il gioco è pericoloso": "Andando avanti di questo passo - conclude - per irresponsabilità o per incuria, l'Europarlamento si dimostra più luogo e strumento di propaganda che serio laboratorio per il futuro comune".
Sulla stessa lunghezza d’onda l'inviato di Avvenire a Strasburgo, Franco Serra. "Il documento - si legge nell'articolo intitolato "I diritti umani per l’Europa? Riconoscere le coppie Gay" - invita a rimuovere le discriminazioni contro i gay e le coppie omosessuali e lo fa in termini quantomeno discutibili, spesso offensivi verso valori non soltanto cristiani". Serra non specifica quali siano questi valori ma è solerte nel definire "freddezza" il netto dissenso espresso dal Vaticano nel dicembre scorso in merito alla proposta di depenalizzazione universale dell'omosessualità avanzata dalla Francia in sede ONU.
Fonte: GayNews
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