venerdì 16 gennaio 2009

SEAN PENN in copertina su VANITY FAIR

Sean Penn è in copertina su "VANITY FAIR" Italia di questa settimana. N°3 del 21 Gennaio 2009 .
L'attore americano racconta il suo ruolo nell'ultimo fil di Gus Van Sant in cui interpreta Harvey Milk, il primo politico apertamente omosessuale. "Ai miei figli ha dato fastidio la scena in cui bacio James Franco".

Nel suo ultimo, acclamatissimo ruolo - quello di protagonista del film di Gus Van Sant - MILK -Sean Penn dà vita a un uomo estroverso, generoso, innamorato della vita, che con Jeff Spicoli (il suo primo ruolo importante nel film del 1982 dedicato al mondo del surf "Fuori Di Testa") ha più di una cosa in comune. E' la storia di un uomo realmente esistito: Harvey Milk, hippie tardivo emigrato a San Francisco all’inizio degli anni settanta con il suo amante Scott Smith (James Franco), convertito alla causa dei diritti gay, primo politico apertamente omosessuale a essere eletto in America, eroe e icona del movimento dei diritti civili, ucciso dopo una troppo breve carriera dal rivale Dan White (interpretato nel film da uno straordinario Josh Brolin). Di questo e di molto altro Sean Penn ha parlato con Vanity Fair Italia - che gli dedica la copertina in edicola dal 14 gennaio.

Non la si vedeva sorridere tanto in un film dai tempi del Jeff Spicoli di Fuori Di Testa. "Non mi piacciono i miei denti (ride)".

E' interessante vederla interpretare un personaggio così aperto, così pronto ad abbracciare il mondo e il prossimo. Perchè il pubblico si è fatto di lei un'idea diversa. "Immagino di sì. Ma quando sei una persona conosciuta, in un certo senso è meglio avere quel tipo di reputazione. Tiene le mosche alla larga". Un grande tema di Milk è l’ottimismo americano, che di questi tempi è raro. "E quando muore la speranza, è finita davvero: questo penso, a dispetto del cinismo che mi gira nel cervello, quando penso a Barack Obama. Se c’è qualcuno che quella speranza la può incarnare di fronte alla gente, è sempre una buona cosa". E' stato un evento emozionante, per lei, l’elezione di Obama? "Molto. Ho pianto. Non mi sono speso pubblicamente, ma non ho mai dubitato che l’avrei votato. Molti di noi hanno pensato: finalmente un presidente degno del Ventunesimo secolo. Penso che, a differenza di Clinton, sia un uomo buono. E che, a differenza di Bush, sia un uomo intelligente. E per quanto io sia in disaccordo con molte delle sue politiche – quelle che ha annunciato, almeno – non credo di aver mai pronunciato nella vita le parole “il mio presidente”. E questa volta non vedo l’ora di pronunciarle".

L’America è molto cambiata dai tempi di Milk. Quella era l’America delle battaglie per i diritti civili. "Ma ricordo di aver detto a Gus e Lance (Gus Van Sant, il regista, e Lance Black, lo sceneggiatore, ndr), quando abbiamo iniziato a lavorare al film due anni fa: il fumo sta per sollevarsi. Il Paese è stato distratto più a lungo rispetto ad altre volte, ai diritti non si pensava più - alle pari opportunità, ai diritti civili, alla tutela dei malati di Aids - , ma le cose stanno per cambiare. Quando ho visto il documentario che gli è stato dedicato (The Times Of Harvey Milk, ndr), ho pensato che mi dispiaceva non averlo conosciuto. Poteva essere un mio vicino, un politico della mia città. Gus me ne aveva parlato la prima volta una decina di anni prima, e voleva sapere se la parte mi interessava. Poi non ne avevo più saputo niente, fino a due anni fa".

Pensa sia stato meglio aspettare? "Sì, perché Milk aveva 47 anni quando l’hanno ucciso, e io avevo la stessa età quando l’ho interpretato. Meno ore al trucco. Molto meglio". Così lo sentiva più vicino? "Sì, ma la trasformazione c’è comunque, e spesso è una cosa difficile. Alejandro (González Iñárritu, ndr) mi aveva proposto la parte che poi ha interpretato Brad Pitt in Babel. Ho rifiutato: non me la sentivo di girare un film dove in ogni scena c’è mia moglie moribonda in mezzo al nulla. Pitt è stato bravissimo, quando l’ho visto gli ho fatto i complimenti e lui mi ha risposto: brutto stronzo, ho capito perché avevi detto no".

Questo film passerà alla storia come "il film dove Sean Penn bacia un uomo". James Franco, per la precisione. "Ai miei figli (una ragazza, Dylan, 17 anni, e un ragazzo, Hopper, 15, avuti dalla moglie Robin Wright Penn, ndr) l’ho messa in un altro modo: è James Franco a baciare Sean Penn. A mio figlio dava fastidio che io baciassi James Franco. A mia figlia, invece, dava fastidio che James Franco baciasse me". Siamo in piena stagione di premi cinematografici. Che cosa ha visto? Che cosa l’ha colpita? "Gomorra. Credo abbia buone possibilità".


Su quest'ultima affermazione, evidentemente si sbagliava!

4 commenti:

  1. Io sono abbonato a Vanity dal primo anno di uscita... un grandissimo giornale... aspettavo Sean Penn... infatti...

    RispondiElimina
  2. Anche io da sempre. A dire il vero anche per le edizioni che uscivano negli anni 90. Mentre per quelle deglia anni 60 non ero ancora nato! :-P

    RispondiElimina
  3. Ma stando alle cronache rosa .. il caro Sean ai tempi del matrimonio con Madonna non era abbastanza omofobo? Cosa l'ha fatto cambiare così positivamente? Sarà maturato? :D

    RispondiElimina
  4. Che io ricordi non è mai stato omofobo. Anzi! Secondo me ti confondi con Guy Ritchie :-D
    Sean, ai tempi, adorava Christopher (fratello di Magde) e divennero anche "fratelli di sangue".
    Almeno questo è quello che dice Chris...

    RispondiElimina